Senologia

Visita senologica
Ecografia mammaria
Counseling oncogenetico
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Approfondimenti

La senologia è una branca della medicina settorializzata allo studio del seno sia maschile che femminile. Non esiste una specializzazione specifica ma esiste il “medico esperto” nello studio del seno, per esempio un oncologo, chirurgo o ginecologo che abbia orientato la propria preparazione in tal senso. Non considerando la parte estetica della senologia, che è appannaggio del chirurgo plastico, lo studio del seno è volto al controllo delle patologie benigne e maligne.

La patologia benigna è molto frequente e impegna sopratutto per la necessità di diagnosi differenziale nei confronti di patologia tumorale. È molto frequente infatti la presenza di noduli del seno benigni ma è fondamentale analizzarli e classificarli per escludere o prevenire le ben più rare forme maligne.

 

Il tumore della mammella è la neoplasia più frequente in assoluto nella popolazione femminile e colpisce circa 1 donna ogni 9 nell’arco della vita.

Secondo le stime AIRTUM-AIOM-Fondazione AIOM ogni anno in Italia vengono diagnosticati 55.500 nuovi casi (55.000 donne e 500 uomini) di tumore della mammella. 

In media, in assenza di condizioni particolari (come una mutazione genetica predisponente al cancro), il rischio di ciascuna donna di ammalarsi è del 10-12%. Questa percentuale, però, varia molto con l’età: 

• 2,3% fino all’età di 49 anni (1 donna su 45) 

• 5,2% tra i 50 e i 69 anni (1 donna su 19) 

• 4,4% tra i 70 e gli 84 anni (1 donna su 23)

Grazie però, ai continui progressi della medicina e soprattutto agli screening (dall’inglese “to screen” = controllare, sottoporre a controllo) per la diagnosi precoce, l’incidenza di malattie in stadio avanzato è ogni anno in continuo calo, come anche la mortalità. Essa ogni anno diminuisce dell’1,4%, e questo si deve sia all’efficacia delle nuove terapie sia alla diagnosi precoce, che permette di individuare il tumore in una fase iniziale, quando la cura ha maggiori probabilità di successo. Oggi la sopravvivenza media per il tumore alla mammella in Italia è del’ 87% dopo 5 anni dalla diagnosi e dell’80% dopo 10 anni dalla diagnosi.

 

PREVENZIONE PRIMARIA: LO STILE DI VITA

Per la prevenzione del cancro gli esami di controllo periodici sono importanti, ma anche uno stile di vita sano contribuisce a ridurre il rischio di ammalarsi. In particolare si stima che adottare abitudini più sane possa evitare la comparsa di un cancro su tre.

Per raggiungere questo importante traguardo di prevenzione le regole da adottare sono molto semplici e riguardano in modo particolare: alimentazione, esercizio fisico, abitudini voluttuarie, cioè quelle abitudini che danno piacere ma sono pericolose per la salute come il fumo o il consumo eccessivo di alcol.

 

 

AUTOPALPAZIONE

L’auto-palpazione è un primo strumento di prevenzione del tumore della mammella, ma da sola non può bastare. 

L’auto-palpazione è un esame che ogni donna può effettuare comodamente a casa propria: permette di cogliere precocemente cambiamenti nelle mammelle. A partire dai 20 anni l’esame può essere effettuato una volta al mese tra il settimo e il quattordicesimo giorno del ciclo. Rispettare questi tempi è importante perché la struttura della mammella si modifica in base ai cambiamenti ormonali mensili. 

 

Tra i 40 e i 50 anni l’incidenza (cioè il numero di nuovi casi) del tumore della mammella aumenta in modo rapido e costante e quindi per le donne in questa fascia di età l’auto-palpazione è particolarmente raccomandata come strumento di prevenzione. Con il sopraggiungere della menopausa, l’esame può essere eseguito indifferentemente in qualunque periodo del mese e deve essere effettuato con regolarità anche e soprattutto dalle donne sopra i 60 anni, poiché il picco di incidenza (numero di nuovi casi) del tumore della mammella si colloca proprio tra i 65 e i 70 anni.

 

 

Visita senologica

La visita senologica consiste nell’esame clinico completo della mammella da parte di un medico esperto. L’esame, semplice e indolore, è effettuato nello studio del medico senza l’ausilio di particolari strumenti. Questo tipo di valutazione da sola in genere non è sufficiente a formulare una diagnosi precisa, ma può sicuramente essere utile a chiarire situazioni sospette e guidare il giudizio clinico.

Solitamente, al giorno d’oggi, la visita senologica viene completata dalla valutazione ecografica, che spesso può distinguere situazioni di rischio aumentato da quelle di normalità.

 

 

Esami strumentali: cosa fare?

Tra i 20 e i 40 anni generalmente non sono previsti esami particolari, tranne la visita ed ecografia senologica.

Solo in situazioni particolari, per esempio in caso di familiarità o di scoperta di noduli, è possibile eseguire degli accertamenti ulteriori.

Tra i 40 e i 50 anni le donne con casi di tumore della mammella in famiglia dovrebbero cominciare a sottoporsi a mammografia (radiografia della mammella), meglio se associata a ecografia vista la struttura ancora densa della mammella.

Tra i 50 e i 69 anni il rischio di sviluppare un tumore della mammella è piuttosto alto e di conseguenza alle donne in questa fascia di età è raccomandato un controllo mammografico biennale. All’interno della comunità scientifica internazionale, gli esperti sono in genere d’accordo nel sostenere l’utilità della mammografia come strumento di screening nella popolazione di età compresa tra 50 e 69 anni, mentre rimane aperto il dibattito per quanto riguarda la fascia da 40 a 49 anni e anche quella sopra i 70 anni. Anche la frequenza ottimale dei controlli resta oggetto di discussione e va discussa di caso in caso.

 

 

TEST GENETICI

Tutto il nostro “essere” dipende dal corredo cromosomico e dai geni contenuti nei singoli cromosomi. Maschi/femmine, alti/bassi, biondi/bruni ed in parte anche sani/malati, tutto dipenderà dal corredo genetico. Alcuni di questi geni sono implicati nella predisposizione ad avere patologie tumorali. 

La maggior parte dei tumori è di origine “sporadica” ovvero si manifesta senza alcun tipo di legame con la trasmissione genetica, ma in alcuni casi (non più del 10 per cento di tutti i tumori) si può parlare anche di rischio ereditario di cancro, legato, cioè, alla trasmissione da parte dei genitori di un gene portatore di una alterazione che predispone ad avere patologie tumorali, in concorrenza con altri fattori, fra i quali quelli ambientali. Esistono dei criteri molto precisi per valutare se è utile eseguire una valutazione con un genetista. Questi criteri si basano sulla probabilità di aver ereditato la mutazione in base all’età di insorgenza del tumore, alle sue caratteristiche e/o al grado di parentela con familiari che hanno avuto un tumore. É fondamentale che ogni paziente affetta da un tumore della mammella sia valutata da un team multidisciplinare che, oltre a definire il piano di cure, valuti eventuali criteri di inclusione o esclusione dalla consulenza genetica.

 

Counseling oncogenetico

Consulenza sulla stima del rischio oncologico genetico e della predisposizione familiare-ereditaria all’insorgenza di tumore mammario e ovarico viene discussa in sede di consulto specialistico (counseling oncogenetico) e prevede la valutazione clinica del caso integrata, laddove risulti indicato dall’apposita indagine molecolare (test genetico). Il counseling genetico consiste in un processo articolato e personalizzato di comunicazione e informazione, estremamente importante sul piano clinico ma altrettanto delicato e complesso su quello personale per le implicazioni psicologiche ed emotive.

 

 

Fonte: sito AIRC